Minacce Trump gelano Stm. Occhi puntati anche su rumors FT su Apple
Le minacce di Donald Trump alla Cina pesano sulle principali Borse europee in preda alle vendite ma anche su Stm a Piazza Affari. I timori di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sono tornati a riempire le pagine dei giornali di tutto il mondo dopo i tweet di ieri del presidente americano ha minacciato di alzare i dazi doganali su $200 miliardi di beni cinesi dal 10% al 25%, aggiungendo che “a breve” altri beni che la Cina esporta saranno tassati anch’essi al 25%. Parole che hanno riportato d’attualità il rischio dazi. Sull’indice Ftse Mib, che sta cedendo oltre il 2%, la maglia di peggiore l’indossa il big francese dei semiconduttori che cede oltre il 4% a 15,705 euro, con il saldo da inizio anno resta tuttavia positivo e pari a circa il +28 per cento.
Il fronte commerciale torna a infimmarsi
I venti di guerra tornano a soffiare, in una settimana che vedeva in calendario mercoledì 11 maggio un nuovo round di negoziati commerciali tra le due potenze mondiali. Secondo a quanto anticipato da “The Wall Street Journal” la Cina starebbe valutando la possibilità di annullare i colloqui con gli Stati Uniti questa settimana, creando ulteriori dubbi sulle prospettive future proprio ora che un accordo sembrava imminente.
Ci sono diversi analisti che avanzano l’ipotesi, come quelli di Ing, che sia una ‘mossa strategica’ da parte di Trump. In particolare, gli esperti della banca olandese che si attendono ancora un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, affermano che l’ultima mossa di Trump “fa parte di una strategia di trattative rischiosa ma che potrebbe rivelarsi premiante”. Dello stesso avviso Margaret Yang, analista di mercato di Cmc Markets Singapore, che commentando la questione scrive: “È del tutto possibile che il Presidente Trump stia cercando di mettere pressione sulla Cina per ottenere concessioni e accelerare i colloqui con le minacce tariffarie e l’aumento delle tariffe può essere contenuto se la Cina dovesse alleggerire la sua posizione”.
Certo è che “le prospettive sono così complicate e imprevedibili che i partecipanti al mercato potrebbero scegliere di rimanere fuori dai giochi e attendere che la polvere si stabilizzi – aggiunge Yang – Nel peggiore dei casi, una ripresa della guerra commerciale peserà sulla crescita economica della Cina, in particolare sulle esportazioni di prodotti elettronici”.
Apple nel mirino di Bruxelles dopo le accuse di Spotify?
C’è però un altro fronte, più strettamente legato al mondo della tecnologia, che alcuni analisti invitano a monitorare. Si tratta delle indiscrezioni riportate da “The Financial Times” che che titola “Brussels poised to probe Apple over Spotify’s fees complaint“. Secondo il quotidiano inglese, nelle prossime settimane l’Unione Europea potrebbe lanciare un’indagine formale antitrust nei confronti di Apple, dopo le accuse lanciate che Spotify, il big della musica in streaming, quotato a Wall Street. La questione certa è che nel mondo dell’industria musicale la concorrenza è aumentata. E anche Spotify, il big nel settore della musica in streaming, deve calarsi in questo scenario di crescente concorrenza anche da parte dei principali player tecnologici, come Apple e Amazon.
Ragione per cui, si legge sul quotidiano finanziario britannico, a marzo Spotify avrebbe presentato una denuncia ufficiale a Bruxelles nei confronti di Apple che avrebbe abusato della sua posizione dominante su App Store per favorire il proprio servizio Apple Music.